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Impugnazioni civili - appello - improcedibilità - per mancato deposito del fascicolo dell'appellante – Corte di Cassazione Sez. 2, Sentenza n. 238 del 11/01/2010

Art. 348 cod. proc. civ. nella formulazione introdotta dalla legge n. 353 del 1990 - Mancato deposito della sentenza impugnata - Conseguenze - Improcedibilità dell'appello - Esclusione - Rimessione dell'appellante in termini per il deposito ovvero della causa sul ruolo per l'acquisizione - Esclusione - Decisione nel merito, se possibile, ovvero dichiarazione di inammissibilità dell'appello - Necessità - Fondamento.

L'art. 348 cod. proc. civ., nella formulazione introdotta dalla legge 26 novembre 1990, n. 353, non contempla più la declaratoria di improcedibilità dell'appello in conseguenza della mancata presentazione nella prima udienza del fascicolo di parte e, quindi, della sentenza impugnata, né la possibilità di concedere all'appellante, che non abbia depositato detto fascicolo, una dilazione per giustificati motivi. Ne consegue che la mancanza in atti della sentenza impugnata, ancorché quest'ultima possa risultare indispensabile per ottenere una pronuncia di merito sul gravame, non implica comunque la declaratoria di improcedibilità dell'impugnazione, ma non consente neppure la rimessione della parte in termini per la sua produzione ovvero la rimessione della causa sul ruolo per consentirne l'acquisizione, imponendo, pertanto, al giudice di appello l'emissione di una decisione di merito, ove questa sia possibile sulla base degli atti, ovvero, se il contenuto della sentenza impugnata non sia desumibile in modo inequivoco dall'atto di appello, di una decisione di inammissibilità per carenza degli elementi essenziali di tale atto e, segnatamente, della specificità dei motivi sotto il profilo della loro pertinenza alle "rationes decidendi".

Corte di Cassazione Sez. 2, Sentenza n. 238 del 11/01/2010