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Contraccezione e minori: no all'accesso dei genitori alle prescriz

Contraccezione e minori: no all'accesso dei genitori alle prescrizioni -

Contraccezione e minori: no all'accesso dei genitori alle prescrizioni -
Un genitore non può accedere alla documentazione sanitaria della figlia minorenne che si rivolga, a sua insaputa, ad un consultorio per farsi prescrivere farmaci contraccettivi. In questo ambito alla minore va, infatti, riconosciuta una sfera di riservatezza tale da garantire effettivamente la sua libertà di autodeterminazione. Garante della privacy newsletter n. 344b del 16 dicembre 2010


Contraccezione e minori: no all'accesso dei genitori alle prescrizioni
Un genitore non può accedere alla documentazione sanitaria della figlia minorenne che si rivolga, a sua insaputa, ad un consultorio per farsi prescrivere farmaci contraccettivi. In questo ambito alla minore va, infatti, riconosciuta una sfera di riservatezza tale da garantire effettivamente la sua libertà di autodeterminazione.

E' quanto ha confermato il Garante privacy in un parere reso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, condividendo le osservazioni già formulate dalla Commissione stessa in merito ad un caso sottoposto da una Asl. La vicenda riguarda un genitore che, avendo trovato nella camera della figlia sedicenne una confezione di un farmaco contraccettivo già utilizzato, aveva chiesto all'azienda sanitaria di zona di accedere ai documenti sanitari più recenti della minore per assicurarsi, a suo dire, che il farmaco fosse stato prescritto da personale medico.

Nel suo parere, l'Autorità ha condiviso quanto affermato dalla Commissione, secondo la quale, in base alla legge 194/78, i minori possono rivolgersi alle aziende ospedaliere e ai consultori senza che i genitori ne siano informati. Obiettivo della norma è infatti quello di garantire l'anonimato dei minorenni che non vogliano o non possano mettere al corrente i propri genitori. Ma, soprattutto, lo scopo è quello di evitare che le minori possano rivolgersi clandestinamente a soggetti privi della necessaria affidabilità, serietà e professionalità invece che a strutture sanitarie autorizzate, in grado di assicurare le necessarie garanzie.